COSA PENSANO GLI ALLEVATORI ITALIANI DELLO SCENARIO ATTUALE

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L’aumento del prezzo del latte contiene l’aumento dei costi delle materie prime, dell’energia, della  manutenzione e molto altro?
Mattia Cargnel, responsabile Financ€ di Deatech, ne ha parlato in prima persona con Francesco Magnaghi, titolare dell’Azienda Agricola Magnaghi di Magherno, in provincia di Pavia.

“È prematuro fare un bilancio degli aumenti perché siamo ancora nel pieno del marasma. Tutto è cominciato nell’autunno del 2021 con il continuo aumento del prezzo della soia, seguito da quello del mais.”

Questa, ci racconta Francesco, è stata la fase più critica per ogni allevatore di vacche da latte perché gli allevamenti sono stati letteralmente sommersi dagli aumenti senza ricevere un riscontro immediato sul prezzo del latte.

Dalla primavera del 2022 anche il prezzo del latte ha iniziato a crescere. “Non tanto per dare un sospiro di sollievo agli allevatori, quanto per mancanza di prodotto da parte dell’industria.”

Gli accordi dei grandi industriali, per i prossimi mesi, prevedono un aumento graduale del prezzo del latte che a dicembre 2022 toccherà i 0,60€ al litro. La domanda che si fanno in molti è “Questi 60 centesimi, copriranno realmente i costi di produzione del latte?

Francesco ha le idee abbastanza chiare sulla situazione attuale, infatti, ci dice che è troppo presto per rispondere a questa domanda. "Se da una parte sappiamo che il prezzo degli alimenti zootecnici ha raggiunto il massimo storico, il problema principale – ad oggi – continua a risiedere nella grossa incognita dell’energia elettrica e del gas metano che, purtroppo, non sappiamo ancora fino a che punto possa arrivare. È evidente che le fatture del latte sono più gonfie, tuttavia, anche le uscite seguono lo stesso andamento. Lo confermano le ricevute bancarie mensili in entrata e in uscita. A fine mese, la gioia e la felicità di vedere una fattura del latte più alta del 20-30%, circa il doppio dello scorso anno, sparisce velocemente alla vista delle fatture di acquisto, aumentate proporzionalmente.”

Abbiamo chiesto a Francesco Magnaghi se attualmente il prezzo del latte copre le spese di produzione e se, secondo lui, ci sono degli accorgimenti per riuscire a risparmiare. “Son sempre stato dell’idea che il prezzo del latte è comunque sempre stato troppo basso rispetto agli altri prodotti agricoli. Partendo dal presupposto che abbiamo un’azienda mista, 50% zootecnica e 50% agricola che si dedica anche alla coltivazione del riso, il latte è sempre stato sottopagato perché un quintale di latte dovrebbe valere come un quintale di riso. Questo non è mai accaduto e non ha molto senso. Dietro un litro di latte c’è molto più lavoro, investimento e rischio rispetto a qualunque coltivazione cerealicola. I costi in allevamento sono molti, a partire dalla manodopera, macchinari, manutenzione, fabbricati e tutti incidono in maniera importante sulla redditività dell’azienda.

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